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29 dicembre 2005

Anno vecchio

Ti ho ascoltato con attenzione. Ho creduto di comprendere quanto mi sussurravi di giorno in giorno.
Forse qualcosa ho compreso  nei giorni del dolore, dell’impotenza.
Forse molto ho lasciato che si disperdesse come volute di fumo nel vento dell’indolenza.
Eppure siamo stati fianco a fianco, ci siamo intrecciati, abbarbicati l’uno all’altra quasi temendo la separazione.
Tu credevi di possedermi, io m’illudevo
di conoscerti, di padroneggiarti, di poter disporre di ogni tua ora, quasi dimentica che il tempo si colma e si vuota sgranandosi in filigrana di momenti vissuti, sabbia fine che inesorabile scivola nella clessidra.                  
E così adesso te ne vai.
E non so se quello che abbiamo vissuto appartenga a te, se io sono stata soltanto una compagna occasionale.
Mi sei scivolato accanto, hai segnato in modo indelebile, ma vai sicuro senza voltarti indietro.
Perché io sappia che non tornerai, perché impari ad accettare ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.                            
Te ne vai, con la tua valigia zeppa di cose vissute, di sogni accarezzati, di speranze riposte, di attese silenziose.
Mi lasci qui, nello schiamazzo generale, nell’euforia delle speranze nuove, nell’incertezza di ciò che sarà.
Addio vecchio anno!



Capodanno (A. F. Gutris)
                      

19 dicembre 2005

Natale

Sto attraversando un momento particolare, per cui ho poco tempo da dedicare al blog e agli amici. Non sempre le cose vanno come vorremmo; tuttavia è necessario affrontarle per cercare di superare i momenti critici.
La poesia seguente rispecchia il mio sentire, ma mi manca il caldo buono e le quattro capriole di  fumo….

Non ho voglia                

di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

              G. Ungaretti

14 dicembre 2005

un tentativo

Oggi ho ripreso a gironzolare, a leggere qualche blog, a lasciare un breve saluto.
Pian piano tento di rimettere il naso fuori dal guscio...





13 dicembre 2005

Il cielo capovolto

Capita, ascoltando un brano, di non saper distinguere se sia canzone o poesia...




Che ne sarà di me e di te,
che ne sarà di noi?
L'orlo del tuo vestito,
un'unghia di un tuo dito,
l'ora che te ne vai...

Che ne sarà domani, 
dopodomani   

09 dicembre 2005

Rampicanti

                                             

                    
 Volendo aggrapparsi    
 al cielo,
 dei rampicanti
 tesi stretti
 invano abbracciano
 il nulla,
 gli si intrecciano:
 Infine si avvinghiano
 disperatamente
  l'uno contro l'altro.

                 Kikuo Takano - L'esistenza



05 dicembre 2005

libertà religiosa

Il Papa che mi fa riflettere sempre di più...L'accusa del Papa che ricorda la lezione del Concilio 40 anni dopo«Libertà religiosa minacciata dalla politica»«Anche dove è riconosciuta sulla carta, spesso viene ostacolata nei fatti
dal potere politico o dal relativismo culturale»
ROMA - La «libertà religiosa è ben lontana dall'essere ovunque effettivamente assicurata».
È l'accusa fatta oggi da Benedetto XVI prima della preghiera mariana dell'Angelus in piazza San Pietro.
Ricordando il documento dei padri conciliari sulla libertà religiosa, il Papa ha detto che «in alcuni casi essa è negata per motivi religiosi o ideologici; altre volte, pur riconosciuta sulla carta, viene ostacolata nei fatti dal potere politico oppure, in maniera più subdola, dal predominio culturale dell'agnosticismo e del relativismo».


                                                   

Benedetto XVI ha spiegato che le prime parole che danno il titolo al
documento approvato proprio 40 anni fa sono «dignitatis humanae»: «La libertà religiosa deriva dalla singolare dignità dell'uomo che, fra tutte le creature di questa terra, è l'unica in grado di stabilire una relazione libera e consapevole con il suo Creatore».

04 dicembre 2005

I giorni perduti

Qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa, Ernst Kazirra, rincasando, avvistò da lontano un uomo che con una cassa sulle spalle usciva da una porticina secondaria del muro di cinta, e caricava la cassa su di un camion. Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito. Allora lo inseguì in auto. E il camion fece una lunga strada, fino all'estrema periferia della città, fermandosi sul ciglio di un vallone. Kazirra scese dall'auto e andò a vedere.

01 dicembre 2005

25 novembre 2005

Violenza sulle donne

Oggi, 25 Novembre, è la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne

E’ da tempo che accenno con pudore al dolore che provo per il dilagare della violenza in generale e all’indifferenza che spesso l’accompagna.
In realtà non so se sia peggiore l’indifferenza o la curiosità morbosa per alcuni fatti di cronaca.
La violenza diventa spettacolo e riesce ad appassionare un consistente numero di persone.
Tuttavia il mio rattristarmi è nulla, non esiste se penso al dolore lacerante delle vittime.
Anche chi sopravvive alla violenza, rimane segnata per sempre.
La cosa più incresciosa è il continuo aumento del numero e l’orrore perché spesso le violenze sono consumate nell’ambito familiare.
Lascio i dati statistici alle testate specializzate; il mio è soltanto un pensiero, un riflettere digitando, nulla di più…















22 novembre 2005

Santa Cecilia

Oggi ricorre il nome di una santa a me molto cara...
La leggenda ci dice che convinse lo sposo Valeriano a lasciarla illibata e convertì anche il fratello Tiburzio. Il prefetto Almachio la condannò ad essere bruciata nella sua casa, ma ne uscì illesa, allora ordinò che fosse decapitata. Il carnefice colpì ben tre volte, ma Cecilia sopravvisse altri tre giorni cantando le lodi del signore con voce soavissima. Poiché dice la leggenda che si accompagnava di solito con l'arpa e il liuto, è la protettrice dei musicisti e, per estensione, dei cantanti.


 


Santa Cecilia  (Maderno)


Scolpita nel 1599, quando fu fatta la ricognizione della salma. Essa venne trovata nella posizione riprodotta dallo scultore. Il Maderno ha voluto anche mettere in risalto il taglio della spada sul collo e la posizione delle dita: tre aperte nella mano destra e un dito aperto nella sinistra. Stando alla tradizione, la santa volle indicare la sua fede nell'Unità e nella Trinità di Dio.

18 novembre 2005

Pensiero

 Lo tengo per vero, qualsiasi cosa accada; lo sento
quando più io soffro: è meglio aver amato e perso,
che non aver mai amato.

                                               Alfred Tennyson









August Rodin - Pensiero


10 novembre 2005

dove andiamo?

Qualcuno, probabilmente, dirà: mondo era, mondo è, mondo sarà!
Tuttavia non riesco a rimanere indifferente al susseguirsi di
manifestazioni di violenza, di intolleranza, di insofferenza.
Pare che persino la natura si stia ribellando, quasi voglia la sua
rivincita…


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo,
ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e
costruire ciò che potremmo diventare."
(M. Foucault)

04 novembre 2005

Sonetto del dolce lamento


Temo di perdere la meraviglia
dei tuoi occhi di statua e la cadenza
che di notte mi posa sulla guancia
la rosa solitaria del respiro.

Temo di essere lungo questa riva
un tronco spoglio, e quel che più m'accora
è non avere fiore, polpa, argilla
per il verme di questa sofferenza.

Se sei tu il mio tesoro seppellito,
la mia croce e il mio fradicio dolore,
se io sono il cane e tu il padrone mio

non farmi perdere ciò che ho raggiunto
e guarisci le acque del tuo fiume
con foghe dell'Autunno mio impazzito.



                               Federico Garcia Lorca

13 ottobre 2005

il sesto senso

Se qualcuno fosse ancora convinto che le donne hanno un senso in più,
la scienza ha pensato bene di smentire con studi e ricerche.
Infatti risulta che:


<Il sesto senso è nella corteccia cingolata>
E' una sede decisionale del cervello, ovvero il circuito che ci aiuta
a formulare scelte cruciali, ben ponderate perchè questa corteccia
è crocevia tra ragione ed emozioni nonchè sede di ragionamenti
complessi. […]

Interessante articolo pubblicato su
La Gazzetta del Mezzogiorno



12 ottobre 2005

Vita della mia vita...

Vita della mia vita,
sempre cercherò di conservare
puro il mio corpo,
sapendo che la tua carezza vivente
mi sfiora tutte le membra.

05 ottobre 2005

colori d'autunno



stemperati colori, mezzi toni, struggente bellezza dell’autunno;
e l’animo ne assorbe l’essenza…

 

13 settembre 2005

Questa notte

  Va bene
  Sono morto.
  E se non è così, allora spiegami
  dov'è la mia vita
  che hai preso
  strappato in tanti frammenti
  solo ricordi
  che mi getti al vento
  di non so quale stagione.
  Qualche volta
  i Tuoi occhi
  mi fanno ancora sognare
  ma se è così...
  ...allora sto solo dormendo
  sto solo...
  Non dirmi niente
  che potrei svegliarmi.

                        AM
  (Raccolta nel web)

12 settembre 2005

Paura d'invecchiare?

Qualche tempo addietro, qualcuno mi ha detto che sto attraversando una crisi tipica di chi ha paura d’invecchiare.
Ora, non sono in grado di analizzare tutte le sfaccettature, ma provo a riflettere su due punti:
- dare una svolta decisiva al mio vivere quotidiano;
- continuare ad accogliere gli eventi come capitano, mantenere lo status quo.
Nel primo caso significherebbe porre in essere una tensione continua per aspirare a qualcosa di molto grande, impegnare ogni energia per raggiungere la meta.
E, sinceramente, questo non mi sembra aver paura d’invecchiare. Anzi, mi sembra ritrovare una vitalità nascosta o male incanalata.
Nel secondo caso, invece, significherebbe continuare a vivere le inquietudini, gli alti e bassi dovuti ad  eventi esterni o a persone che, in qualche maniera, interagiscono con la mia vita.
Vivere gioie,  delusioni, dolori, ansie come sempre, senza però riuscire a controllare nulla o almeno a finalizzare l’ondata di emozioni.
Non mi sembra che questo secondo modo rappresenti una eterna giovinezza.
Forse, sbaglio e forse no.
Certo, sentirsi vivi perché ogni dolore ti squarcia il petto, perché ogni gioia ti allarga il cuore, ogni emozione ti fa vibrare… è facile sentirsi vivi in questo modo. Ma è anche un lasciarsi vivere, un lasciarsi trascinare dalla corrente degli eventi, equivale a sentirsi una barca senza remi.
Il primo caso mi sembra molto difficile, ambizioso. Una scelta che spesso crea il vuoto intorno; ma non mi sembra una scelta da rinunciataria, né la paura di affrontare il naturale epilogo della vita di ogni creatura vivente.
Che labirinto la mente umana!



01 settembre 2005

abbagli...

La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva.
                                                                                  (Hume)







Ecco, forse per questo motivo spesso ho preso abbagli!

24 agosto 2005

pausa


Ti ho lasciato solo a lungo perché avevo bisogno di riflettere, di non raccontare neppure a te gli eventi che hanno segnato questo periodo della mia vita.
Sono tornata, ma non so raccontarti nulla, è come se non avessi energie sufficienti, o forse i pensieri non sono ancora ben definiti; ma non c’è fretta, non può esserci fretta per scavarsi nell’anima.
Ho imparato che se si forza la mano, i pensieri si distorcono, si perde lucidità e obiettività.
Pertanto, mio piccolo blog, rimango ancora un poco in ascolto; vorrei potermi ascoltare in un luogo di pace, lontana da tutti, immersa nel silenzio…
A presto!



20 luglio 2005

Il ruscello

C’era una volta un piccolo, fresco, ridente e cristallino ruscello che scendeva canticchiando di rupe in rupe. Era come un bimbo: curioso e monello. 
Aveva tanta voglia di esplorare e si intrufolava ovunque fosse possibile. La sua allegria contagiava ogni pianta che lambiva, ogni bestiola che dissetava; salutava tutti con la sua risatina gorgogliante e fuggiva via.
Era felice di scorrere ammirando alberi resi rigogliosi dalla sua acqua e di rubare i colori ad ogni oggetto che in esso si specchiava.
Così fresco e ridente sembrava che fosse amato da tutti.

08 luglio 2005

Il mondo

Dopo i fatti di ieri a Londra, avrei preferito tacere in segno di rispetto per le vittime di questo detestabile scontro di civiltà, per questo terrorismo senza frontiere.
Tuttavia, quasi a dimostrare che il mondo pare non debba mai cambiare, pubblico alcuni versi scritti dal fiorentino  Pieraccio Tedaldi
(1290 – 1350).


IL MONDO

[…]


   Amico, il mondo è oggi a tal venuto,
che poco valci amore o caritade
e molto rara ci è la lealtade
e più la fè, se Iddio mi sia in aiuto.
   Ché ‘l piccol dal maggiore è sì spremuto,
che a udirlo è una gran piatade,
e non si trova in bocca veritade
al giovane, al mezzano o al canuto.
   E se Iddio non ci pone la sua mano,
io veggo il mondo in sì fatta fortuna,°
che la fè perderà ciascun cristiano.
   Donna del ciel, del sole e della luna,
pregate il vostro Figlio prossimano*
che mandi via da noi questa fortuna,
e che non guardi a la nostra malizia:
per Dio, misericordia e non giustizia!

[…]
° in tale condizione;
* vicino a Voi

07 luglio 2005

diete

Il fine giustifica i mezzi? 
Se ho qualche chilo in più sono una cattiva cristiana? 

no comment! 


Non si vive di solo pane: è il motto di milioni di americani in sovrappeso
che hanno tolto i carboidrati dai loro pasti. Ma ora l’ulima moda in fatto
di dieta lli spinge a chiedersi : Che cosa mangiava Gesù?  Questo è il
titolo di uno dei tanti libri sull’argomento che stanno spuntando nelle
librerie statunitensi.

05 luglio 2005

Stanotte l’amore è muto


Tacciono i boschi e i fiumi,

e 'l mar senza onde giace,

ne le spelonche i venti han tregua e pace,

e ne la notte bruna

alto silenzio fa la bianca luna:

e noi tegnamo ascose

le dolcezze amorose:

Amor non parli o spiri,

sien muti i baci e muti i miei sospiri.

                                             T.Tasso  

                                        

03 luglio 2005

Infallibilità del papa

Perché si dice che il Papa è infallibile?L’infallibilità del Papa è un dogma sancito nel 1870 dal Concilio Vaticano I.
Sostiene che il Pontefice, in qualità di guida suprema della Chiesa cattolica e forte di un’assistenza divina, non può commettere errori di giudizio o sbagliare.
Il Papa, tuttavia, secondo i cattolici, non è infallibile in ogni circostanza, ma solo quando parla “ex cathedra”, cioè quando si esprime in via ufficiale e solenne, e solo su temi limitati alla fede e alla morale.
In tutti gli altri casi, anch’egli può compiere errori.
Non tutti i papi hanno però fatto ricorso al dogma dell’infallibilità. Anzi è stato usato in via eccezionale, per esempio da Pio XII nel 1950, riguardo alla conferma “della resurrezione corporale di Maria”.
In ogni caso, quando il Papa decide di farne uso, proclamando una verità di fede, quest’ultima diventa incontestabile per tutti i credenti.
(da Focus)



01 luglio 2005

Il deserto dei Tartari

Fino allora egli era avanzato per la spensierata età della prima giovinezza, una strada che da bambini sembra infinita, dove gli anni scorrono lenti e con passo lieve, così che nessuno nota la loro partenza.
Si cammina placidamente, guardandosi con curiosità attorno, non c'è proprio bisogno di affrettarsi, nessuno preme di dietro e nessuno ci aspetta, anche i compagni procedono senza pensieri, fermandosi spesso a scherzare.

29 giugno 2005

colombe

Non mangia che colombe l'amore, e ciò genera sangue
caldo, e il sangue genera caldi pensieri e i caldi pensieri
generano calde azioni, e le calde azioni sono l'amore.
                                                                         
                                                                         
William Shakespeare

                       


Tamara De Lempicka
 Femme a la colombe

23 giugno 2005

Blues in memoria

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

incrocino aeroplani lamentosi lassù e
scrivano sul cielo il messaggio: lui è morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.

lui era il mio nord, il mio sud, il mio est ed ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l’amore fosse eterno: e avevo torto.

non servon più le stelle: spegnetele anche tutte,
imballate la luna, smontate pure il sole,
svuotatemi l’oceano e sradicate il bosco,
perché ormai più nulla può giovare.

                                       
Wystan Hugh Auden

22 giugno 2005

alla luna

E’ così difficile cancellare la tua carezza sul suo corpo, luna?
Compagna silenziosa e complice di una veglia segreta,
allunga, ti prego, le tue lunghe dita sui miei occhi,
rubami i sogni racchiusi tra le ciglia, strappa le dolci
immagini di lui custodite con cura dalle palpebre.
I tuoi freddi baci, luna, attenuino il ricordo delle sue labbra…




21 giugno 2005

bacio

Ti bacerò nel buio,
senza che il mio corpo tocchi
il tuo corpo.
-Abbasserò le tende,
ché neanche la nebbia entri
dal cielo-.
Ché nella morte assoluta
di tutto, esista solo,
nuovo mondo, il mio bacio.


                          
  Juan Ramòn Jimenez




Gustav Klimt - il bacio

20 giugno 2005

ci penserò domani...

Rieccomi...
Un grazie sincero ai viandanti che si sono fermati a leggere e riprendo il cammino...
Scarto l'idea di parlare di qualcosa che mi fa star male, ma non perchè voglia fare lo struzzo; è che sono allibita di fronte al propagarsi della violenza e al fatto che spesso, troppo spesso, si rimanga indifferenti... ispirandomi a "Via col vento" borbotto:
ci penserò domani!




11 giugno 2005

Vacanza

Lascio per qualche giorno questo angolino.
Non sarà una vera vacanza, ma una pausa di necessità. 
Ma tanto vale, giocare con le parole anche oggi...

Vado
Allargando le braccia
Come
Aliante
Nello spazio
Zigzagando.
Arrivederci!




10 giugno 2005

L'ape annerita


leggenda greca -Rodi

    In principio l'ape era bianca come il cotone, ma più tardi il diavolo le cambiò il colore.
Era il tempo in cui Adamo conobbe la prima volta Eva, la sua donna, e perchè la conoscesse, il diavolo gli venne in aiuto... Quando l'ape vide il peccato commesso dalla prima creatura, ritenne di far bene a volare da Dio per dargliene notizia.

    Il diavolo, che indovinò il suo proposito, non perdette tempo: Impugnò una fiaccola accesa e la seguì per imedirglielo. Ma l'ape fu sfiorata soltanto dall'orlo della fiamma, e ne rimase appena un pochino annerita, così com'è ancor oggi.

     Dio volle premiare la sua buona volontà e ordinò all'uomo di fabbricare le candele per la chiesa soltanto con la cera prodotta da lei. L'ape aveva dimostrato d'essere migliore degli altri; perciò anche la sua cera viene considerata fra le materie più nobili.

  

09 giugno 2005

la tela del ragno

Ho cancellato in un colpo le rime sgorgate dal cuore: non erano poesia.
Ho provato a riscrivere sospinta dalla nuova tempesta, ma mi sono fermata ad ascoltare il vento: era la preghiera dei rami piegati.
Era la mia muta preghiera.Tace il labbro, sussurra il cuore che accelera il suo pulsare nel petto, confusa è la ragione.
Con occhi distratti, seguo un filo di seta che brilla controluce: una ragno tesse la sua mirabile tela.
Potrei distogliere lo sguardo e volar via.
Incauta e cosciente mi avvolgo nella tela: aspetto. 




          

08 giugno 2005

L'anima dell'uomo



Somiglia all’acqua, l’anima dell’uomo.
Scende dal cielo,
Risale al cielo,
Poi, nuovamente, è forza che ricada
Sovra la terra,
In susseguirsi di vicenda eterna.
Sgorga dall’alto strapiombo
Di rocciosa parete,
Lo zampillo purissimo; e, dissolto
Amabilmente in polverio di stille,
Come ondeggiar di nuvola digrada
Giù per la rupe liscia, che gli rende
Un tocco lieve: e con fruscio sommesso,
Fluendo avanza, in volitar di veli
Verso il profondo.
Ma s’impennan di contro alla caduta

Erti cinghi di roccia:
Spumeggia, allor, furente
Di balzo in balzo
Giù nell’abisso:
Poi, dentro il pianeggiante alveo percorre,
Placido fiume, la valle prativa;
S’apre in un lago; e nel tranquillo specchio
Bagnano il volto gli astri tutti quanti.
Ora, corteggia il vento
Graziosamente l’onde;
Ora, agitando i più profondi gorghi,
Ne trae schiumar di flutti.
Come all’acqua somigli, anima umana!
E tu, sorte dell’uomo,
Come somigli al vento!

                            
Wolfango Goethe



05 giugno 2005

Ascolta il passo breve

Ascolta, il passo breve delle cose
- assai più breve delle tue finestre -
quel respiro che esce dal tuo sguardo
chiama un nome immediato: la tua donna.
E' fatta di ombra e ciclamini,
ti chiede il tuo mistero

e tu non lo sai dare.
Con le mani
sfiori profili di una lunga serie di segni
che si chiamano rime.
Sotto, credi,
c'è presenza vera di foglie;
un incredibile cammino
che diventa una meta di coraggio.
                  

                               
   
Alda Merini  




                                    

                                                                            Franco  Accornero



04 giugno 2005

Poiché l'alba si accende

Poiché l'alba si accende, ed ecco l'aurora,
poiché, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente
a ritornare a me che la chiamo e l'imploro,
poiché questa felicità consente ad esser mia,

facciamola finita coi pensieri funesti,
basta con i cattivi sogni, ah! soprattutto
basta con l'ironia e le labbra strette
e parole in cui uno spirito senz'anima trionfava.

03 giugno 2005

Quando il male

Quando  il male mi sovrasta, quando la mente vacilla, quando ho bisogno di nascondere il viso e il corpo si fa greve, accoglimi tra le tue braccia, sostienimi, infondimi la tua forza, in silenzio trasmettimi il tuo amore…

Ramontesoro

31 maggio 2005

imparare a sognare






Penso che le cose più grandi della vita succedono nei tuoi sogni.
Insegnerei ai nostri bambini ad imparare a sognare piuttosto
che imparare a ricordare.
Perché ciò che è importante non è quello che è successo, ma quello
che potrebbe succedere.
E per questo motivo devi essere pronto a sviluppare
la tua immaginazione e permetterti

di avere un sogno di giorno e di notte.

                                                                           Shimon Peres


30 maggio 2005

Amarantine





You know when you give your love away
It opens your heart, everything is new
And you know time will always find a way
To let your heart believe it's true

29 maggio 2005

gli inconvenienti dell'impulsività


Si racconta di una coppia di colombi, i quali ammassavano chicchi di grano per riempirne il  nido. Il maschio disse:
” E’ l’inizio dell’estate; v’è molta erba nei campi. Conserviamo codesto grano affinché d’inverno, quando nulla rimane nella campagna, esso ci consenta di sopravvivere”.
Poiché la femmina era d’accordo, così fu deciso.
Quando raccolsero il grano, era umido. Ne colmarono un recipiente. Allorché giunse l’estate, il calore dell’aria agì sul grano, essiccandolo, cosicché il recipiente sembrò vuotarsi.
Il colombo era assente. Al ritorno vide il grano diminuito di livello e disse:
“Questo era destinato al nostro sostentamento per l’inverno; perché l’hai mangiato?”.
La colomba ebbe un bel negare; tutto fu inutile: il compagno non le credette e la beccò tanto da farla morire.
Poi, nella stagione invernale, quando le piogge si susseguirono, il grano assorbì l’umidità e il recipiente tornò a riempirsi. Il colombo comprese qual era stata la causa della diminuzione e si disperò; gemeva dicendo :
” E’ terribile che il pentimento sia senza profitto”.
Bisogna che l’uomo ragionevole non permetta a se stesso di agire precipitosamente nella violenza e nella punizione, affinché, come questo colombo, non si trovi duramente colpito dal bruciore dell’irreparabile.
                                      Naçr-Ollah

Lo scrittore nato probabilmente nello Sciraz (metà del XII sec.), tradusse e adattò in lingua persiana una celebre raccolta di racconti di animali, che attraverso la versione araba, si divulgò in Oriente e in Occidente. Il racconto sopra riportato, in Iran è considerato testo di lingua.

27 maggio 2005

L’alba


La pallida luce della stella,all’alba,è il bacio d’addio della notte sulle guance fresche del mattino dagli occhi assonnati.

                                Rabindranath Tagore
  


26 maggio 2005

L’ aquila ferita


Un giorno, da una roccia, un’aquila prese il volo; per raggiungere la preda spiegò le ali, orgogliosa di vederle così diritte, e diceva: ”Sotto la mia ala, oggi tengo l’universo! Il mio sguardo penetrante, quando arriva allo zenit, potrebbe scorgere anche un capello, fosse pur questo negli abissi del mare. Un moscerino non potrebbe agitarsi in cima a un filo d’erba, senza che il mio sguardo sorprendesse questo impercettibile moto. Chi potrebbe, come me, spaziare  per il vasto mondo? Ne sarebbero capaci il grifo e la fenice?”.
D’improvviso, un abile arciere ch’era in agguato, scoccò verso l’aquila la freccia del destino.
L’ordigno omicida si conficcò nell’ala, divelse dal cielo l’uccello per scaraventarlo a terra.
Il misero, palpitante, appiattito come un pesce, riaprì gli occhi e guardò in ogni senso. Fu stupìto di vedere che un ferro in cima a un’asta era la causa di quel rapido sbalzo, impetuoso e decisivo. Ma osservando ci vide le sue proprie penne.
Allora esclamò: “ E di che mi lagno? Ciò che m’ha ferito proviene da me stesso”.
O principe! Vedete l’avventura dell’aquila: essa era orgogliosa. Rinunciate all’orgoglio!

Nagir-E’  Hrosrow  (filosofo e poeta dell’Iran)



25 maggio 2005

bisogno di...

Questa mattina non mi va di scrivere nulla di particolare.
Mi limito a leggere qualche blog, a lasciare alcuni messaggi... lievi tracce di me.
Pigrizia? Forse!
O forse dopo un periodo così lungo di silenzio, di dialogo attraverso il monitor e qualche telefonata, sento anche io (strano a dirsi) il bisogno di voci, il bisogno di occhi in cui tuffarsi.
Sì, ho necessità di cambiare qualcosa!



24 maggio 2005

epitaffio

Leonida da Taranto, poeta della scuola alessandrina (280 a.C. circa), seppe esprimere l’amore per la vita solitaria, nascosta, ha rappresentato la malinconia del tempo.
Secondo Leonida, la felicità è nella tranquillità; e si trova tranquillità solo se ci si accontenta di una vita modesta e ritirata. L’aurea mediocritas latina, sembra essere il suo ideale.
Condusse una vita povera e pacifica, nei suoi versi spesso ci sono riferimenti ai campi, alla facilità di soddisfare i propri bisogni con poco.
Persino dopo la morte desiderò rimaner piccolo e nel contempo di conoscere le pure gioie che offrono i campi.
Ecco alcuni versi di Leonida, nei quali il poeta, sotto il nome di Clitagora, esprime i suoi ultimi desideri.


Pastori, che solitari errate sui dossi dei monti
I vostri greggi pascendo e le pecore molto lanute,
A Clitagora, nel nome di Gea, piccol ma dolce favore
Per riguardo a Persefone, degl’inferi dea, gli otterrete.
Le pecore belino presso a me e su una polita pietra
Il pastore alle pascolanti suoni la dolce zampogna;
Quando verrà primavera, colga dei fiori di prato
Il campagnolo ed una corona sulla mia tomba deponga.
Del latte di una pecora, madre di belli agnellini
- Turgide le mammelle avrete esplorate a dovere -
Si asperga la mia tomba inumidendo la base:
Scambi di doni vi sono anche fra i morti e i viventi.



23 maggio 2005

Il pane di stelle


Il pane è qui, sopra le mie ginocchia

e le stelle da me son lontanissime.

Io mordo il pane contemplando gli astri,

e, perduto nel sogno,

incredibilmente,

mangio le stelle.

                     Oktay Rifat



22 maggio 2005

data indimenticabile



una data, mille ricordi, un'immagine per sintesi...
s'ammanta di nero la regina odorosa
e mesta s'appresta al calar della sera...




21 maggio 2005

la bellezza

La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio
Perché non necessita di spiegazioni.
Essa è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare,
la primavera, il riflesso nel''acqua scura di quella conchiglia
d'argento che chiamiamo luna.
Non può essere interrogata: regna per diritto divino.


                                                           Oscar Wilde

                                         

19 maggio 2005

Brevità della vita

La maggior parte dei mortali, o Paolino, si lagna per la cattiveria della natura, perché siamo messi al mondo per un esiguo periodo di tempo, perché questi periodi di tempo a noi concessi trascorrono così velocemente, così in fretta che, tranne pochissimi, la vita abbandoni gli altri nello stesso sorgere della vita.

17 maggio 2005

Marta


Marta aspettava ancora, aspettava sempre, sembrava nata per aspettare.


Così dolce, così sensibile, così bisognosa d’amore, rifiutava di dare un taglio drammatico alle storie che si affacciavano nella sua vita.
Eppure sapeva con certezza che gli uomini la ingannavano, li osservava con attenzione, raramente reagiva mettendoli con le spalle al muro; provava quasi  piacere a far credere che potessero ingannarla, si mostrava sempre comprensiva, serena, allegra e spiritosa al momento giusto.
Ogni sua accondiscendenza era un colpo di bisturi alla sua anima, ma solo lei sapeva tutto questo.

16 maggio 2005

scrivere

«Scrivere significa tirare i remi in barca, tirare la rete,
anche se ci rimane solo un pesciolino. Finché la rete sta
sommersa,
tutto è possibile, ma nulla ancora esiste.» 


                                                                             Ottiero Ottieri


Perché questo bisogno di scrivere, di raccontare e raccontarsi?
Perché percorrere questo nuovo sentiero?
Forse la consapevolezza di essere in balìa delle onde, forse la stanchezza di remare sempre controcorrente.
Meglio ancora, il bisogno di conoscere cosa è rimasto impigliato nella rete, immersa nell’oceano della vita.
Tirare i remi in barca è una resa, è guardare il poco che rimane…
Qualcosa si ribella ancora.
No, non sono pronta per il consuntivo!
Sento ancora impellente il bisogno di vivere, forse perché sento che in quella rete c’è troppo poco, forse perché mi piace lasciarmi cullare dalle onde…
E, dunque,  che senso ha il mio scrivere?
Forse soltanto un appuntare  pensieri, un metterli in qualche ordine, per seguire i percorsi della mente.



15 maggio 2005

la somma = zero

Oggi tanti pensieri sommati nella mente equivalgono a zero; sfoglio le idee, i pensieri, le notizie: via via li elimino.
Voglio evitare la morsa dolorosa alla bocca dello stomaco, desidero godermi il lieve volo di un insetto stordito 
dal profumo delle rose, la coccinella che passeggia sulla mia mano…



13 maggio 2005

Oh, mirabil, profondo silenzio

Oh, mirabil, profondo silenzio,
come soli si è ancora al mondo!
Le foreste s’inchinano appena,
come se terre tranquille calcasse il Signore.
Io mi sento rinato:
dove sono miserie e dolori?
Di ciò che sol ieri voleva fiaccarmi
nelle luci dell’alba ho vergogna.
Il mondo con sue gioie e tormenti
voglio or sol, pellegrino gaudioso,
traversar come un ponte con Te,
Signore, mi guidi sul fiume del tempo.
E se, bramoso di plauso terreno, il mio canto
della vanità cerca futil compenso,
infrangimi l’arpa, e tremando
a Te di fronte tacerò in eterno!
                       Joseph Von Eichendorff

Nato a Lubowitz nell’Alta Slesia nel 1788, fu novelliere delicato e non meno delicato poeta: tipico rappresentante della lirica romantica tedesca


12 maggio 2005

a ruota libera

Ed ecco imrovvisamente cambio idea; avrei voluto un post bello, significativo e invece mi trovo a scrivere di getto senza conoscerne con precisione il senso... 
voglia di andare a ruota libera, desiderio infantile e per nulla encomiabile, di prendere a pernacchie questa lunga sequela di fatti negativi, resi ancor più negativi da una parte e quasi grotteschi dall'altra, da "aiuti professionali"...
oggi, almeno oggi, voglio consetirmi di uscire dal cerchio, saltare e, se non posso volare, almeno guardo dall'esterno e... rido. 

quello che è ancora più straordinario è che il mio ridere è pieno: rido con gli occhi, con il cuore, rido perchè mi fa bene... devo volermi bene!Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

10 maggio 2005

sogni

Somnia ne cures, nam mens humana
quod optat, dum vigilat sperat,
per somnum cernit id ipsum.




Non badare ai sogni: ciò che la mente umana desidera,
quando è sveglia lo spera, nel sogno lo vede realizzato.   


Catone il censore

09 maggio 2005

La fine del viaggio terrestre

 L’ULTIMA POESIA

Il termine. La vetta di quella scoscesa serpentina ecco si approssimava, ormai era vicina,ne davano un chiaro avvertimento i magri rimasugli della tappa pellegrina su alla celestiale cima poco sopra, alla vista, che spazio si sarebbe aperto dal culmine raggiunto, immaginarlo già era beatitudine concessa più che al suo desiderio, al suo tormento,sì l’immensità, la luce, ma quiete vera ci sarebbe stata,lì avrebbe la sua impresa avuto il luminoso assolvimento da se stessa nella trasparente spera o nasceva una nuova impossibile scalata questo temeva, questo desiderava.

                                        Mario Luzi 

08 maggio 2005

festa della mamma




Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova
sempre un perdono.
     ( 
Honorè De Balzac)





maternità
Laura Bargilli