Ciao Symhony,
a che punto sei sul cammino della conoscenza?
sei riuscita a comprendere qualcosa in quell’intreccio di fili colorati, annodati, sovrapposti e improvvisamente nascosti?
Sai? Probabilmente sarebbe molto più semplice guardare il ricamo dalla parte giusta, senza analizzarlo dal rovescio, senza tentare di capire come l’opera sia stata eseguita.
E’ un consiglio banale, lo ammetto, ma non sempre è necessario comprendere, spesso è più conveniente accettare le cose così come si presentano.
C’è qualcosa che non convince, lo so, perché sembra un’accettazione passiva.
Ma non sempre è possibile riuscire a comprendere, a scoprire quel filo sottilissimo che conduce il gioco della vita.
Usando il tuo “ricamo”, puoi ammirarlo così come si presenta, sia che piaccia sia che non piaccia; ma puoi anche tentare di lavorare sul suo rovescio, per disfarlo, pazientemente.
a che punto sei sul cammino della conoscenza?
sei riuscita a comprendere qualcosa in quell’intreccio di fili colorati, annodati, sovrapposti e improvvisamente nascosti?
Sai? Probabilmente sarebbe molto più semplice guardare il ricamo dalla parte giusta, senza analizzarlo dal rovescio, senza tentare di capire come l’opera sia stata eseguita.
E’ un consiglio banale, lo ammetto, ma non sempre è necessario comprendere, spesso è più conveniente accettare le cose così come si presentano.
C’è qualcosa che non convince, lo so, perché sembra un’accettazione passiva.
Ma non sempre è possibile riuscire a comprendere, a scoprire quel filo sottilissimo che conduce il gioco della vita.
Usando il tuo “ricamo”, puoi ammirarlo così come si presenta, sia che piaccia sia che non piaccia; ma puoi anche tentare di lavorare sul suo rovescio, per disfarlo, pazientemente.
Basta un taglio a qualche filo, poi sfilare adagio tutto, in modo da non intaccare la tela.
Se ci riuscirai, alla fine, rimarranno soltanto i piccoli fori dell’ago, ma il ricamo scomparirà.
Così, pian piano, tutto sarà cancellato, nulla sarà mai esistito…
Se ci riuscirai, alla fine, rimarranno soltanto i piccoli fori dell’ago, ma il ricamo scomparirà.
Così, pian piano, tutto sarà cancellato, nulla sarà mai esistito…
Ho trovato il tuo commento e subito ti ho seguita,qui in questo post che sa di amarezza,disillusione,ma anche tanta voglia di imparare.Imparare la vita,che poi ognuno ne trae un insegnamento diverso ...e quale sarà mai quello giusto? Oppure...qual'è il modo giusto di proseguire?Parli di passività come fosse una cosa negativa...certo è che in un mondo dove tutto sembra vero se conquistato o arraffato lottando...chi rimane sulla riva ad aspettare che ogni cosa si compia ,sembra non avere senso e giustificazione.Però anche l'inverno ,serve ,alla pianta per rigenerarsi e la primavera trae forza proprio dalla pausa invernale.Non voglio essere prolissa,ma finisco dicendo che nei momenti più duri amo ripetermi le parole di Nietzche..."ciò che non mi ha ucciso mi ha reso più forte"...
RispondiEliminaCiao Cecilia,
RispondiEliminacome vedi sono riuscito a venire a trovarti sul tuo spazio virtuale. E' interessante ciò che hai scritto. Non so quanto lo condivida. Credo sia sempre necessario comprendere magari solo e soltanto per realizzare che ciò che osserviamo non può essere compreso...
Un abbraccio