Si racconta di una coppia di colombi, i quali ammassavano chicchi di grano per riempirne il nido. Il maschio disse:
” E’ l’inizio dell’estate; v’è molta erba nei campi. Conserviamo codesto grano affinché d’inverno, quando nulla rimane nella campagna, esso ci consenta di sopravvivere”.
Poiché la femmina era d’accordo, così fu deciso.
Quando raccolsero il grano, era umido. Ne colmarono un recipiente. Allorché giunse l’estate, il calore dell’aria agì sul grano, essiccandolo, cosicché il recipiente sembrò vuotarsi.
Il colombo era assente. Al ritorno vide il grano diminuito di livello e disse:
“Questo era destinato al nostro sostentamento per l’inverno; perché l’hai mangiato?”.
La colomba ebbe un bel negare; tutto fu inutile: il compagno non le credette e la beccò tanto da farla morire.
Poi, nella stagione invernale, quando le piogge si susseguirono, il grano assorbì l’umidità e il recipiente tornò a riempirsi. Il colombo comprese qual era stata la causa della diminuzione e si disperò; gemeva dicendo :
” E’ terribile che il pentimento sia senza profitto”.
Bisogna che l’uomo ragionevole non permetta a se stesso di agire precipitosamente nella violenza e nella punizione, affinché, come questo colombo, non si trovi duramente colpito dal bruciore dell’irreparabile. Naçr-Ollah
Lo scrittore nato probabilmente nello Sciraz (metà del XII sec.), tradusse e adattò in lingua persiana una celebre raccolta di racconti di animali, che attraverso la versione araba, si divulgò in Oriente e in Occidente. Il racconto sopra riportato, in Iran è considerato testo di lingua.