Leonida da Taranto, poeta della scuola alessandrina (280 a.C. circa), seppe esprimere l’amore per la vita solitaria, nascosta, ha rappresentato la malinconia del tempo.
Secondo Leonida, la felicità è nella tranquillità; e si trova tranquillità solo se ci si accontenta di una vita modesta e ritirata. L’aurea mediocritas latina, sembra essere il suo ideale.
Condusse una vita povera e pacifica, nei suoi versi spesso ci sono riferimenti ai campi, alla facilità di soddisfare i propri bisogni con poco.
Persino dopo la morte desiderò rimaner piccolo e nel contempo di conoscere le pure gioie che offrono i campi.
Ecco alcuni versi di Leonida, nei quali il poeta, sotto il nome di Clitagora, esprime i suoi ultimi desideri.
Pastori, che solitari errate sui dossi dei monti
I vostri greggi pascendo e le pecore molto lanute,
A Clitagora, nel nome di Gea, piccol ma dolce favore
Per riguardo a Persefone, degl’inferi dea, gli otterrete.
Le pecore belino presso a me e su una polita pietra
Il pastore alle pascolanti suoni la dolce zampogna;
Quando verrà primavera, colga dei fiori di prato
Il campagnolo ed una corona sulla mia tomba deponga.
Del latte di una pecora, madre di belli agnellini
- Turgide le mammelle avrete esplorate a dovere -
Si asperga la mia tomba inumidendo la base:
Scambi di doni vi sono anche fra i morti e i viventi.
serenità è ciò che percepisco..e serenità è ciò che ti auguro
RispondiEliminagrazie!!
RispondiEliminaauguro serenità anche a te :)
Ho cancellato il blog me ne sono già pentita,ma non so xkè l'ho fatto,vabbè è inutile piangere sul latte versato...un bacione
RispondiEliminaangelixsi
me ne sono accorta :(
RispondiEliminapuoi riprendere se vuoi...
un abbraccio a te
ecco signorina, non se lo immagina questo pastore nella mia terra?
RispondiEliminaio si...
e se viene dalle mie parti, me lo faccia sapere:sarei onorata di farle da guida
notte
marietta