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23 febbraio 2005

Eppure è qui!

Tento di rilassarmi in poltrona, mi sento particolarmente stanca. Chiudo gli occhi e ripercorro le ore del mattino; nulla di troppo negativo, nulla di significativo; ma ho
rivisto il sole, i prati verdi, le nuvole.


Ho ripreso un breve contatto con il mondo esterno.

Ed ora qui, nuovamente sola, nuovamente in silenzio.

Socchiudo appena gli occhi e soffermo lo sguardo sul quadro posto lì, sul cavalletto, di fronte a me.
Quella “natura morta” è viva più che mai.

Osservo con attenzione la trasparenza del vaso, il tocco sapiente di luce, la morbidezza del colore,la ricchezza dei particolari.
Ogni oggetto richiama alla memoria sprazzi della mia
fanciullezza: mi perdo…

E, immersa nella sensazioni di riascoltare quelle voci, di percepire quegli odori, lentamente mi affiora alle labbra un appello, una richiesta di aiuto.

Ma non ci sarà la sua mano a carezzarmi la fronte, non ci sarà la sua dialettica espressa con
voce suadente, non ci saranno le sue esortazioni a procedere sul sentiero più volte indicato.

Eppure egli è qui con me, attraverso la memoria, attraverso quell’opera della sua mano.

Così, mi lascio andare… 

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