Lunghe notti d’inverno, di mia vita aguzzine,
datemi un po’ di tregua, lasciatemi dormire.
Il vostro sol nome, fremere e trasudare
mi fa tutto il corpo, tanto siete crudeli.
Neppure un poco il sonno sfiora con le sue ali
gli occhi miei sempre aperti, e non posso posare
Palpebra sopra palpebra; non faccio altro che gemere
soffrendo come Issione sempiterni tormenti.
Della terra ombra antica; anzi, ombra d’inferno,
tu m’hai coperto gli occhi con catene di ferro
struggendomi nel letto irto di punte;
per scacciare il dolore conducimi la morte.
o morte, comun porto, degli uomini conforto,
vien, sotterra i miei mali, ti prego a mani giunte!
Pierre De Ronsard
Casida II del pianto
RispondiEliminaHo chiuso il mio balcone
perchè non voglio sentire il pianto,
ma al di là dei muri grigi
altro non si sente che il pianto.
Pochi sono gli angeli che cantano,
pochi sono i cani che abbaiano,
mille violini hanno posto nel palmo della mia mano.
Ma il pianto è un cane immenso,
il pianto è un angelo immenso,
il pianto è un violino immenso,
le lacrime imbavagliano il vento,
e altro non si sente che il pianto.
----Federico garcia Lorca-----
simphony,quanto bisogno avrei,oggi più che mai,di trovare una nicchia come la tua...purtroppo l'atroce,amara verità mi divora l'anima: il pianto che io sento è quello del mio cuore!!!
.......M.G.C...